Di Nico Cereghini: su moto.it
Appassionato di meccanica, ha avviato in provincia di Milano la trasformazione di vecchi ciclomotori anni Cinquanta in vere biciclette a pedalata assistita.
Una piccola produzione artigianale e accurata.
Avete presente Archimede Pitagorico di Paperopoli? Era l’inventore assai originale, quello che partendo da un vecchio scaldabagno costruiva magari un’astronave.
Gabriele Ranzini gli si avvicina, prende un vecchio Bianchi Aquilotto, oppure un Guzzino, roba degli anni Cinquanta e lo trasforma in una e-bike: la e-bike RG.
Sta ad Albairate, provincia di Milano, Gabriele classe ’68, e da ragazzo aiutava il padre, riparazioni agricole di giorno, bici e ciclomotori la sera.
A 17 anni è entrato in una officina metalmeccanica, sei anni dopo l’ha rilevata insieme al capo, a trent’anni si è messo in proprio: carpenteria, tornitura, fresatura di pezzi per l’industria, roba grossa, carroponte, pezzi da quintali e anche tonnellate.
“Ad agosto di due anni fa – racconta Gabriele – un piccolo infarto e la vita che cambia: troppo faticoso quel lavoro, cedo l’azienda e i macchinari, tengo il capannone, mi guardo in giro. Lì mi sono avvicinato alla e-bike, per andare in montagna senza forzare troppo il cuore. E l’Aquilotto di un amico mi ha ispirato”.
Via il vecchio motore originale, al suo posto il kit elettrico (Bafang) con motore, sensore pedalata, centralina connessa col display per le impostazioni di marcia, leve freni. A dirlo si fa presto, ma il lavoro è tanto.
“Modifico il telaio, allungo l’interasse, tolgo le leve originali dal manubrio, metto il freno a disco anteriore. Per il Guzzino ho anche inclinato la forcella, alzato la moto, allargato il forcellone, costruito la parte del movimento centrale, alzato anche la sella, modificato la ciclistica con i cerchi più larghi per le gomme fun bike”.
Perchè naturalmente bisogna anche studiare una ergonomia nuova. Le RG sono vere e-bike, con motore da 250W, velocità limitata a 25 orari, niente acceleratore, nove gradi di assistenza alla pedalata. Il peso? Massimo 27 chili. Il prezzo?
“Quello dipende dal mezzo e dalla personalizzazione – dice Gabriele- e si va dai 7.200 euro dell’Aquilotto, che ha già una ergonomia adeguata, agli 8.000 del Guzzino che ho realizzato sui gusti del cliente, sella ed equipaggiamento di qualità”
Gabriele vuole arrivare a una produzione di tre mezzi al mese. Ha già realizzato cinque pezzi, sta lavorando su un telaio Motom, pensa di allargare l’orizzonte anche ad altri modelli come Garelli Paperino, Mobylette, Cardellino Guzzi. Ma, gli chiedo, non si sente in qualche modo un profanatore? Qualche purista potrebbe anche pensarlo…
“Parto da mezzi tanto rovinati che il recupero originale sarebbe impossibile. E non guasto un progetto, lo reinvento. Scovo tutto in rete e la ricerca è parte del piacere: ho trovato un mondo incredibile di appassionati, persone speciali con una cultura smisurata, collezioni inimmaginabili. E per me, appassionato della meccanica e di ogni tipo di saldatura, è stato sorprendente verificare anche la qualità dei lavori di una volta: saldature perfette dopo 80 anni, l’ottone nemmeno intaccato… meraviglioso!”
Gabriele correva in bicicletta da ragazzo (sull’asfalto) e ha imparato a realizzare le ruote a raggi come del resto vedeva fare dal papà. La qualità della sua vita è migliorata: lavora senza stress e si diverte passando più tempo vicino alla moglie e ai due figli, Gaia ed Emanuele.
“La e-bike mi ha cambiato la vita, amo la natura e la montagna, mia figlia dice che mi vede ‘perfetto’ quando cammino in un bosco. Ora ne ho fatto un lavoro e sono felice”.
Le batterie sono Samsung 36 Volt da 14 fino a 20 Ampère, l’autonomia vicina ai 90 chilometri, ricarica in cinque, sei ore. Chi è interessato può cercare Gabriele Ranzini su Istagram.
A giorni sarà operativo anche il sito: www.rg-bicitalia.it.